I Reel Tape si raccontano su Revista Web. Intervista


“Fake Bloom” è il nuovo singolo dei Reel Tape estratto dal nuovo album “Fences”. Il brano è accompagnato dal videoclip per la regia di Lorenzo Guenzi e ha come location un luogo incredibile quanto poco conosciuto: la ex base NATO sul monte Giogo a 1500m di altitudine. Le sue enormi parabole venivano utilizzate dalla NATO per la trasmissione troposferica delle comunicazioni criptate, provenienti dalla Turchia, prevalentemente per spiare il blocco sovietico. Abbandonata nel 1995, fu attiva per tutto il periodo della guerra fredda. Nel video le riprese della base si alternano con immagini che richiamano disastri naturali, ed improbabili esperimenti (pseudo)scientifici, anche ai danni di piantine innocenti. Il tema del rapporto distorto tra uomo e natura viene così evocato, non senza un pizzico di amara ironia.
Il soggetto è stato interamente curato dai Reel Tape, mentre le riprese sono di Francesco Coschino, Maurizio Scuiar e Leonardo Roina

Ci raccontate le tappe più importanti del vostro percorso musicale? 
Il progetto è iniziato nel 2017 dall’idea di tre amici, Lorenzo Franci - tornato a Firenze dopo anni a Londra - Lorenzo Cecchi e Lorenzo Nofroni, di provare a ibridare le proprie influenze musicali con lo strumento espressivo dei campioni vocali, dopo aver assistito ad un folgorante concerto dei Public Service Broadcasting. 
Da questo il nome del gruppo, che fa riferimento al cutting & splicing delle bobine a nastro cinematografiche. Hanno poi completato il gruppo pochi mesi dopo il batterista bolognese Lorenzo Guenzi e il cantante Alessandro Lattughini, originario di La Spezia.
Nel 2019 abbiamo partecipato alle finali regionali dell’European Social Sound, nel 2020 le finali regionali di Sanremo Rock. L’album era praticamente pronto già dall’inizio del 2021 ma varie vicissitudini, tra cui un avvicendamento nella formazione, ci hanno portato a pubblicare “Fences” nel 2022.

Quale messaggio volete comunicare con il vostro nuovo singolo?
Le folle di ragazzi scese in piazza per i Climate Strikes, e la rimozione collettiva del problema. La sensazione di distacco e sradicamento dalla natura, di cui pure siamo parte. L'impotenza di fronte alle conseguenze di questo rapporto distorto tra uomo e pianeta. Questi impulsi condivisi ci hanno portato a realizzare "Fake Bloom", il primo singolo di "Fences".
Il messaggio è quello che arriva direttamente dalla voce di Murray Bookchin, filosofo dell’ecologia sociale, inserita nel testo: l’assurdità del tentativo dell’uomo moderno di dominare la natura, di sfruttarla come se le sue risorse fossero illimitate, e di improntare analogamente anche il rapporto tra uomini sulla forza e sullo sfruttamento.

Due aggettivi per descrivere il singolo.
Incalzante e Impegnato.

Cosa ne pensate della scena musicale attuale? Cosa salvereste e cosa cambiereste? 
C’è tanta ottima musica che viene prodotta anche oggi, purtroppo una parte non trascurabile di questa resta confinata nell’underground, mentre alcuni fenomeni commerciali vengono gonfiati a dismisura. Ma questa dinamica non nasce certo adesso ed è normale che ogni periodo abbia i suoi trend musicali. 
Avrebbe comunque poco senso, dal nostro punto di vista, inseguirli artificiosamente senza sentirsi davvero parte di un certo “movimento” musicale. 
Quindi da un lato restiamo legati alle nostre “radici” che sono inevitabilmente alternative rock e post-rock, dall’altro cerchiamo di rielaborarle alla luce delle sonorità di oggi.

Come vivete il rapporto con i Social Network. Pensate che la visibilità che offrono, al giorno d’oggi, questi mezzi di comunicazione sia più un bene o un male per la scena musicale?
Dipende anche molto dal singolo Social Network, ognuno amplifica o contrae alcuni difetti e alcune opportunità. In generale si tratta di un’arma a doppio taglio, e a volte si ha la sensazione che saper utilizzare bene questi strumenti di comunicazione conti tanto quanto il lavoro che si fa sulla propria musica, la scrittura, gli arrangiamenti, l’esecuzione dal vivo. Se non di più.
E’ sicuramente un’opportunità per comunicare la propria musica a più persone, ma non ci dobbiamo dimenticare il meccanismo delle “bolle” social, che spesso ci dà la sensazione di parlare ad una platea più ampia e diversificata di quella che realmente gli algoritmi ti mettono a disposizione.
In conclusione non demonizzerei i social network in sé, quanto l’uso spesso distorto che ne viene fatto, e in questo senso probabilmente non è lo strumento ideale per la diffusione e la selezione della musica che viene messa in circolazione.

Quali saranno i vostri prossimi impegni?
Continueremo a promuovere l’album anche con date dal vivo, perché crediamo che dietro al singolo ci sia un album che merita di essere ascoltato nelle sue diverse “facce” tutte molto diverse; per i live l’intenzione è poi di utilizzare proiezioni video sincronizzate, in modo che sia più facile per chi ci ascolta entrare nelle atmosfere e nei temi che trattiamo, che spesso sono strettamente legati all’attualità
 Siamo comunque già al lavoro da mesi su nuovi brani, cercando ancora di sperimentare con suoni campionati (stavolta con un approccio completamente diverso) e di rinnovare ancora le nostre sonorità, evitando di ripeterci. Quindi invitiamo tutti a seguirci come Reel Tape nei nostri canali social (Facebook, Instagram e Twitter) per tutte le novità!

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