Intervista allo scrittore milanese Alberto Siro

“La Sincronicità delle onde” di Alberto Siro è candidato al Premio Campiello. “Sono un primiparo attempato. Ho sempre avuto l’hobby della scrittura, ma non mi aspettavo di trovare una casa editrice ed esordire così, col primo romanzo che ho portato a termine, negli anta… Ora sono iscritto anche al Premio Campiello, che è un evento importantissimo ed emozionante. Tutto questo è uno stimolo a proseguire, a far sì che possa dedicare alla scrittura il tempo che merita, anzi, che meritiamo di trascorrere insieme, come amici di vecchia data”, commenta lo scrittore milanese.

L'autore ci racconta il suo romanzo d'esordio “La Sincronicità delle onde” (CTL Editore). 

Alberto, parlaci del tuo amore per la scrittura: come e quando hai deciso di diventare scrittore?
Da bambino (so che può apparire strano) scrivevo raccontini per gioco, tentando di emulare Stephen King. Dopo li buttavo, un po’ come fanno i genitori con i disegni dei figli. Di colpo mi sono ritrovato a quarant’anni, e ho deciso che non avrei rimandato ancora.

Quali scrittori hanno ispirato il tuo percorso?
Direi su tutti Murakami e, più in generale, la corrente del Realismo magico. Ma anche registi come Milius (quello di “Un mercoledì da leoni”) e David Lynch… 

“La Sincronicità delle Onde” è il tuo nuovo romanzo. Qual è stato l’input che ti ha spinto a scriverlo?
Volevo scrivere un romanzo di formazione a tema surf, in cui potessero ritrovarsi soprattutto quelli nati tra gli Anni Settanta e gli Anni Novanta. Quelli che hanno vissuto il periodo grunge, soprattutto. 

Da quale idea nasce la scelta del titolo? Perché “La Sincronicità delle Onde”?
È un richiamo a Jung e alla sua teoria sulle coincidenze significative. Nella storia i sogni giocano un ruolo importante; e poi volevo allontanarmi un po’ dallo sviluppo narrativo classico, quello in cui il protagonista accetta per così dire una sfida e progredisce affrontando una prova dopo l’altra. Volevo che l’evoluzione del protagonista fosse in qualche modo forzata, plasmata dagli eventi che gli accadono, perché penso sia quello che avvenga più spesso nella realtà, in cui tendiamo ad adattarci alle situazioni, a subire, più  che a tracciare un percorso. Il protagonista è un surfista, da lì il richiamo anche alle onde, che nel libro viene approfondito.  


Quanto tempo hai impiegato a scrivere la storia?
Circa tre anni, non potendomi impegnare esclusivamente nella scrittura.

Qualche anticipazione per i tuoi prossimi lavori e impegni?
Sto scrivendo dei racconti e ho un paio di soggetti per un altro romanzo. Non so quando avrò il tempo di scriverlo.

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