"Così, per sempre" è il romanzo d’esordio nella narrativa di Marco La Greca. Intervista


"Così, per sempre" è il romanzo d’esordio nella narrativa di Marco La Greca, edito da bookabook, prima casa editrice italiana che pubblica libri attraverso il crowdfunding. Il volume, già disponibile in libreria e negli store digitali, è un vero e proprio romanzo di formazione, che si sviluppa lungo un arco temporale di un anno, l’ultimo del liceo dei quattro protagonisti.

La nostra intervista allo scrittore. Buona lettura!

Come è nata la tua voglia di scrivere?
Dal desiderio di raccontare le storie che avrei voluto ascoltare. Sono sempre stato affascinato dalle storie, qualunque fosse la forma o il mezzo con cui venivano tramandate. A me personalmente le storie venivano in mente soprattutto nella forma cinematografica, come racconto per immagini. E in effetti le mie prime esperienze di scrittura sono state proprio come sceneggiatura, con tutte le regole, i rigori e i limiti che quella forma specifica impone, perché si può raccontare solo ciò che si vede; un pensiero, se non si traduce in una voce “off”, in un’azione o in una successione di immagini, non può essere espresso. Da questo punto di vista, l’approdo alla narrativa, che è stato un diverso mezzo espressivo per far “vedere” le storie che avevo in mente, ha rappresentato un processo di liberazione, potendo dare ingresso anche ai pensieri inespressi, sia pure cercando di fare comunque applicazione, per quanto possibile, del principio dello “show, don’t tell”.

Che ingredienti servono per costruire una storia?
Non saprei dire in generale, posso dire come lavoro io. Innanzi tutto, a me serve avere chiaro l’inizio e la fine della storia. Sono come due foto: il prima e il dopo. Cerco cioè di avere chiaro chi sono inizialmente i personaggi e chi saranno al termine del percorso che intendo raccontare. Nel mettere a fuoco questi due momenti, in genere si chiariscono pure alcuni snodi della storia. Lavoro poi sul percorso piscologico di ciascun personaggio; a quel punto, le vicende sono i passaggi necessari per determinare i cambiamenti, le svolte, in qualche caso le inversioni a U, poi gli avanzamenti del percorso piscologico che caratterizza il protagonista o, come nel caso di “Così, per sempre” i quattro protagonisti principali. Comunque, in linea generale, una storia, letteraria o cinematografica, a mio giudizio funziona se racconta di un conflitto in movimento.

Quando finisci di scrivere un libro chi lo legge per primo? 
Sicuramente mia moglie Myriam è la persona alla quale per prima racconto le idee che mi vengono in mente e che sempre legge i  tentativi di metterle in pagina. I miei figli, che hanno 15 e 17 anni, li metto a parte in una fase più avanzata. Per “Così, per sempre”, una volta terminata la scrittura, mi hanno molto aiutato due cari amici (Barbara e Lorenzo), ai quali ho sottoposto la prima versione e che mi incoraggiarono molto.

Ci parli del tuo romanzo d'esordio “Così, per sempre”? Qual è l’idea che ti ha portato a scrivere questa storia? 
“Così, per sempre” è un viaggio nella mente, nei gesti, nelle parole di quattro ragazzi impegnati nell’ultimo anno di liceo, sul finire degli anni ottanta. Il racconto ha un taglio generazionale e rievoca anche la musica, la moda, lo slang di quel decennio.
L’idea portante era quella di provare a fermare un particolare modo di vivere, di chi (come me) è stato ragazzo degli anni ’80, e provare a portarlo qui, per ricordarlo a chi l’ha vissuto e mostrarlo a chi è stato ragazzo in periodi diversi o a chi ragazzo è ora. Fa riferimento a una generazione e a un’epoca ben precisi, ma si rivolge a tutti. A chiunque sia pronto a mettersi in connessione con il se stesso di quando andava a scuola, e, per i giovani, a chi vuole provare a immaginare come potrà essere, magari già l’anno prossimo, il suo ultimo anno di liceo.

Cosa vuoi trasmettere ai lettori con il tuo nuovo romanzo?
Il senso di un’occasione; rivivere ciò che è stato per provare a ritrovare qualcosa di se stessi, che, magari, si pensava di avere perduto; soprattutto, lo dico sempre, un po’ di sana incoscienza. Ritrovarsi per rinnovarsi, insomma. Per chi, invece, è ragazzo ora, l’occasione è quella di raccogliere armi e strumenti per affrontare la vita senza dimenticarsi mai di nutrire e coltivare i propri sogni. Lo si può sempre fare, non è mai tardi. Ma a cominciare subito, si è già un passo avanti per vivere meglio.

Stai lavorando su dei nuovi progetti in questo momento?
Sì, ho iniziato a lavorare al mio prossimo romanzo. Ho chiaro l’assetto iniziale e quello finale. Sto dettagliando il profilo e il percorso psicologico dei personaggi. Non appena avrò chiarito anche gli snodi principali delle vicende, metterò in cammino i vari personaggi. A quel punto, come spesso accade, la storia verrà in qualche modo da sé, in molti casi sorprendendo anche me.

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