Intervista a Tibe


Tibe è innamorato delle parole. Si avvicina al mondo hip hop fin da piccolo ma tra i suoi ascolti Pino Daniele, Modugno e altri pilastri del cantautorato italiano la fanno da padroni. In questa intervista si racconta a noi di Revista Web.

Ci racconti le tappe più importanti del tuo percorso musicale?
Ma sono state tante le tappe importanti che mi hanno cresciuto. Sicuramente la tappa più importante è stata trasferirsi a milano, città stracolma di stimoli, di concerti e di artisti validissimi che mi hanno cresciuto tantissimo.
Firmare il mio primo contratto con una discografica mi ha messo nell’ordine di idee di voler fare un disco competitivo nel panorama e non accontentarmi solo dell’idea nuda che mi fuoriesce dall’ispirazione mi ha portato a fare lunghe session in studio. Conoscere i turnisti e lavorarci mi ha insegnato tantissimo in questo mestiere, la passione e la dedizione anche lontana dalla fama ma dal concreto impegno del dedicarsi a uno strumento con umiltà e ambizione.
 
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Pain au Chocolat nasce da un mio bisogno di sintetizzare alcune consapevolezze fondamentali del mio percorso. Ovvero ricercare la bellezza nelle cose semplici della vita che spesso non notiamo annebbiati da ambizioni e diseredi non tangibile. In parole povere il testo parla della reazione all’insoddisfazione in un momento della mia vita in cui ho cercato stimolo e positività in ciò che ho e non in ciò che vorrei.

Due aggettivi per descrivere il singolo. 
Speranzoso, dettagliato

Cosa ne pensi della scena musicale attuale? Cosa salveresti e cosa cambieresti?
Penso che la crescita che stanno facendo gli artisti in Italia sia davvero positiva. Penso che la competizione rispetto a un tempo sia molto più marginale essendoci tanta musica, l’Italia si sta finalmente aprendo a varie sfaccettature della musica e non sia più vittima della forma canzone che ha sempre dominato l’industria. Le sub culture black, come la drill la Detroit per quanto riguarda l’hip hop, e l’indie music abbia portato a una sperimentazione nel pop davvero interessante. Cambierei la dinamica della musica, ovvero, ormai i pezzi durano sempre meno e la promozione è sempre più affamata e sempre più corta ciò comporta una superficialità nell ascolto, non datatagli ascoltatori ma data dai musicisti affermati che hanno sempre meno coraggio di spingersi più il la rispetto a quello che gli è sempre funzionato.

Come vivi il rapporto con i Social Network. Pensi che la visibilità che offrono, al giorno d’oggi, questi mezzi di comunicazione sia più un bene o un male per la scena musicale?
I social network li vivo in maniera molto ludica condivido ciò che faccio musicalmente e li uso per lo più come mezzo mio di informazione. Penso sia un bene il loro utilizzo permettono a chiunque di construirsi il proprio bacino anche senza l’utilizzo di grandi metodi di promozione.


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