Intervista alla scrittrice Laura Cialè

 

Laura Cialè autrice de “Il codice del violino” edito da Laura Capone Editore, ha scritto questo nuovo romanzo per raccontare di una donna straordinaria nella società femminile del “secolo breve” e per evidenziare la forza e il talento delle donne libere da convenzioni.
 
Chi è Laura Cialè oltre la scrittura?
Salve. Per la mia formazione di psicologa dell’educazione e per la professione di dirigente scolastico, che definirei privilegiata sul piano delle relazioni interpersonali e istituzionali, ho avuto l’opportunità di frequentare moltissime persone di ogni età, di osservarne i comportamenti, le qualità e le specificità, i sentimenti e i modi di ragionare. Una conoscenza diretta che, assieme alla costante abitudine di approfondire tematiche specifiche legate alla professione, mi ha consentito di costruire un inventario di storie e personaggi che fossero da un lato oggetto di studio, dall’altro una miniera di situazioni reali a cui riferirmi sia nella produzione sia tecnico-professionale che letteraria.
Prima de “Il codice del violino” ho scritto e pubblicato già cinque libri di narrativa, di cui quattro romanzi e una raccolta di racconti e scritti con le edizioni Anicia, rinvenibili con una ricerca nel web. In questo caso, invece ho partecipato al concorso della IX edizione del Premio Nazionale Letteratura Contemporanea indetto dalla LCE, Laura Capone Editore che ha selezionato e pubblicato gratuitamente il mio romanzo storico
 
Come nasce la storia che racconta nel libro dal titolo “Il codice del violino”?
I miei temi principali di scrittura sono il romanzo storico, la figura della donna e l’intreccio narrativo che si snoda in situazioni complesse, pregne di sentimenti contrastanti e di colpi di scena. In questo nuovo romanzo metto in evidenza le tre categorie di riferimento attraverso lo snodarsi di vicende dei protagonisti legate a un preciso periodo storico che va dal 1924 al 1944, quindi nell’era del regime fascista, durante l’occupazione nazista e in tutto il periodo della seconda guerra mondiale.
Ne “Il codice del violino”, la protagonista Gisella Lia Sartori nasconde un segreto serio e pericoloso ed è proprio su questo elemento sorprendente che si snodano le scelte e le vicissitudini dei personaggi.
Nel romanzo la protagonista invia, dopo cinquant’anni, i suoi tre diari scritti nel suddetto ventennio all’affermato violinista Renè Tristan De Witt che in gioventù era stato suo amante. La rivelazione è sconvolgente perchè la realtà risulta ben diversa da quella che lui aveva immaginato e disprezzato.
Pagina dopo pagina si disvela la doppia identità della donna, in un crescendo che si snoda sui principi d’emancipazione della protagonista sin da ragazza, sulle sue straordinarie capacità di interpretazione e sul coraggio di affrontare anche le scelte più drastiche prima, durante e dopo il periodo dell’occupazione nazista.
Ho scelto, inoltre la forma diaristica, prevalente nel romanzo tranne all’inizio e alla fine del libro, perché a quell’epoca molte raccolte di testimonianze sono rinvenibili in scritti e diari personali e anche perché le emozioni e i dilemmi della protagonista fossero più evidenti e trasferibili al lettore.
 
Cosa rappresenta il disegno in copertina?
Non si tratta di un disegno bensì del magnifico quadro dell’artista Antonio La Rosa, intitolato “Unione d’animi” che rappresenta perfettamente l’essenza del libro. Perciò per scegliere la copertina del libro ho avuto poche esitazioni.
 
Come ha vissuto la fase della scrittura e poi l’iter per la pubblicazione?
In genere si crede che l’ispirazione sia spinta da fattori emozionali ma in questo caso si è trattato principalmente di un percorso razionale, di continuo studio documentale, come è doveroso, perché altrimenti non si potrebbero scrivere romanzi storici che non rispettino sia la cronologia sia gli avvenimenti effettivi. Quanto alle conseguenze e ai risvolti che le vicende storiche del ‘900 hanno prodotto in termini emotivi, affettivi e materiali, nelle popolazioni e nelle singole persone, è possibile immaginarle, studiarne le testimonianze o ascoltarne i resoconti e le esperienze anche dalle persone ancora viventi che le hanno vissute sulla propria pelle e anche commuoversi per essi. Quindi il passaggio successivo del processo è stato nel tradurre la storia e ogni storia in un romanzo in cui prevalgano i sentimenti e le azioni.
Come dicevo, dopo cinque pubblicazioni con le edizioni Anicia, in questo caso, ho partecipato al concorso della IX edizione del Premio Nazionale Letteratura Contemporanea indetto dalla LCE, Laura Capone Editore che ha selezionato e pubblicato gratuitamente il mio romanzo storico
 
Cosa vorrebbe che i lettori riuscissero a comprendere leggendo questo libro? Quale segno vorrebbe lasciare in loro?
Rispondo con una frase tratta dal mio libro: “Soltanto la storia è testimone degli eventi.” E con un’altra: “se guardo avanti vedo delinearsi il profilo di una donna che cerca indipendenza”.
È il binomio su cui si snoda la trama del romanzo e che rappresenta due dei punti forti della mia scelta culturale ed esistenziale, unitamente ai valori dell’affettività e della autonomia decisionale, senza distinzione di sesso né di status sociale.
Sono un’appassionata di storia e di vicende femminili complesse che legittimino la logica sottesa al riconoscimento dei diritti di tutti e di ciascuno, soprattutto delle donne che offrono alla “Storia” le loro vicende di vita, anche se si mettono in una posizione di apparente evidenza che, in alcuni casi, non potrebbe corrispondere alla realtà dei fatti.
La protagonista del romanzo ne è l’emblema perché sceglie di rimanere nell'anonimato di donna “comune”, intesa come qualunque persona che conduce una vita apparentemente ordinaria ma trova in sé le risorse per renderla speciale per gli altri e per la collettività.
Gisella Lia Sartori è interprete assoluta che riesce a dare il proprio contributo all’esito della seconda guerra mondiale, pur con gravi compromissioni e sofferenze.
Affermo spesso che i romanzi storici attraversano la storiografia ufficiale, e ne fanno opera di divulgazione ponendo in evidenza le storie di vita di chi ha vissuto in quei contesti, pur essendo, come nel nostro caso frutto di fantasia.
 
Sta scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Il prossimo lavoro non sarà un romanzo bensì una raccolta di dieci novelle storiche, concluse da poco, che partono dalle leggende del primo re di Roma e percorrono il medioevo, l’epoca dei lumi, il rinascimento, il risorgimento e le due guerre mondiali, fino a proiettarsi nel futuro. Anche in quest’opera le protagoniste sono donne che si propongono alternando le voci femminili o di chi nella finzione narrativa parla al posto loro. Insomma, un’altra sfida.
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