Antonio Giagoni e la sua ode all'eterna giovinezza in “Peter-Pan”

 

In questa intervista il cantautore toscano Antonio Giagoni ci guida attraverso il significato del nuovo singolo "Peter-Pan", spiegando come la sua inclinazione verso il lato infantile è in realtà la chiave per evitare la monotonia e la prigionia della routine. L'artista ci invita a esplorare il suo mondo, dove la sindrome di Peter-Pan diventa una scialuppa di salvataggio per restare in equilibrio tra l'età adulta e la spontaneità dell'infanzia.
 
Ci racconti le tappe più importanti del tuo percorso musicale?
Sicuramente l’incontro con il mio vecchio produttore, l’inizio del mio lavoro nel suo studio di registrazione, la collaborazione con Massimo Luca, la formazione degli Zocaffe’, la vittoria di Arezzo wave non tanto per la vittoria in se per se ma perché ci aprí un sacco di porte e ci perdi se di suonare veramente tanto in giro.
 
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo “Peter-Pan”?
Che l’età anagrafica e le responsabilità che abbiamo sulle spalle non devono spegnere la fiamma creativa e fantasiosa che abbiamo dentro e che spesso vedendo le cose con la spontaneità di un bambino riusciamo pure a vederle in maniera più profonda di come siamo abituati a vederle di solito.
 
Due aggettivi per descrivere il singolo.
Riflessivo ed energico.
 
Cosa ne pensi della scena musicale attuale? Cosa salveresti e cosa cambieresti?
La scena musicale attuale è per molti aspetti promettente, nel senso che come la storia ci insegna esistono dei momenti dove c’é una specie riassestamento generale e di ripartenza, adesso siamo ad un momento del genere secondo me, visto anche il grande stop dettato dalla pandemia, quindi vedremo un po’ quello che succederà. Per rispondere alla seconda parte della domanda personalmente di cose ne cambierei parecchie, noto che va molto lo stereotipo, nel senso che si creano delle micro scene emulative del personaggio di turno e questo non mi piace, altra cosa che cambierei e’ il fatto che la musica e’ molto piu’ digitale che fisica cioé: “pochi palchi e molte cuffiette”, cambierei i rapporti che ci sono tra piattaforme tipo Spotify e gli artisti e le etichette, che sono molto ridicoli e cambierei anche i talent e la strategia televisiva che si nasconde dietro ad essi.
 
Come vivi il rapporto con i Social Network. Pensi che la visibilità che offrono, al giorno d’oggi, questi mezzi di comunicazione sia più un bene o un male per la scena musicale?
Non sono un social-dipendente, ho comunque dovuto farci pace perchè adesso e’ veramente indispensabile usarli, penso che più che per la canzone stessa aiutino a far venire fuori il personaggio e tutto quello che lo riguarda e qui si torna al discorso dei famosi stereotipi.
 
Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
Il 17 Novembre uscirà il nuovo singolo con relativo videoclip, qualche giorno prima ci sarà una piccola sorpresa che potrete scoprire seguendo le mie pagine Instagram e Facebook e poi l’ultimo singolo di questo EP che uscirà a Dicembre.
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