Il ritorno dei
Rogue Charlie è più che una semplice ripartenza; è un rinnovamento artistico
che trasuda sincerità e innovazione. Il loro ultimo EP, "Se Tutto Finisse
Qui", è un'opera audace composta da sei brani che rappresentano
un'incredibile evoluzione stilistica per la band. Senza confini o regole
predefinite, i membri del gruppo hanno plasmato ogni brano con una creatività
senza limiti, dando vita a un lavoro autentico e coinvolgente.
Il cuore pulsante
di questo EP risiede nelle tematiche toccate dalle canzoni. Con una franchezza
disarmante, i Rogue Charlie affrontano l'ansia, la solitudine, la frustrazione
e l'angoscia che accompagnano la vita moderna. Ogni melodia è un viaggio emotivo
che esplora gli alti e bassi dell'esistenza umana, offrendo un'esperienza
musicale che è allo stesso tempo personale e universale.
Parliamo
della vostra evoluzione come band. Molte cose sono cambiate dalla nascita del
gruppo fino ad oggi. Come avete affrontato questo percorso di crescita e
cambiamento, sia musicalmente che personalmente?
Quando è nata la
band sei anni fa, eravamo tutti studenti alle superiori, all’inizio l’idea del
progetto era completamente diversa da quella che è oggi. I “Rogue Charlie” sono
nati un po’ per gioco, ci piaceva semplicemente suonare assieme le canzoni delle
nostre band preferite senza tanti obiettivi. È inutile dire che dal 2018 ad
oggi la vita di ognuno di noi è cambiata e di conseguenza anche il gruppo è
cambiato. Musicalmente abbiamo toccato tanti stili fino ad arrivare alla fine
di questo secondo EP “Se Tutto Finisse Qui” dove pensiamo di avere trovato il
nostro spazio.
L'EP
"Se Tutto Finisse Qui" affronta tematiche intense come ansia,
solitudine, frustrazione ed angoscia. Come avete trovato l'equilibrio tra
l'espressione artistica e la vulnerabilità personale nel trattare questi
argomenti nelle vostre canzoni?
In questo
EP i testi sono molto personali, raccontiamo certe nostre esperienze ed
emozioni che nel bene o nel male abbiamo affrontato in questi ultimi anni.
Forse l’equilibrio tra la nostra espressione artistica e la nostra
vulnerabilità è che ci viene quasi più facile parlare di tali tematiche con la
musica. Quando suoniamo entriamo in una bolla che ci fa dimenticare di tutti i
problemi che ci circondano, è come una valvola di sfogo nostra in cui parlare
dei nostri problemi e delle nostre paure ci fa quasi stare bene.
Ogni brano
dell'EP è stato scritto e arrangiato in maniera del tutto personale, senza
troppe regole. Come avete gestito il processo creativo all'interno della band,
considerando che ognuno di voi ha la sua visione e stile?
Generalmente l’idea
di base un brano nasce da un componente che appunto fa capire lo stile e la
direzione del brano. Da questo punto tutti assieme si vede se l’idea funziona,
la si prova a migliorare ed ognuno mette il suo. Non abbiamo delle vere regole,
a volta nasce prima il testo a volte invece nasce prima la strumentale, è tutto
molto a “caso” in base all’ispirazione del momento.
"Se
Tutto Finisse Qui" segna una ripartenza stilistica. Quali sono le vostre
aspettative e speranze per l'accoglienza dell'EP da parte del pubblico?
L’EP come detto
prima parla di tematiche importanti. Speriamo che gli ascoltatori capiscano i
nostri testi, le nostre sensazione ed emozioni. Non abbiamo troppe pretese,
speriamo che piaccia e che riesca ad emozionare più persone possibili.
Guardando
al futuro, quali sono i vostri prossimi passi come band?
Speriamo vivamente
di riuscire a suonare di più in giro per l’Italia in modo da farci conoscere un
po’ di più. Intanto ci rinchiudiamo nella nostra sala prove a scrivere musica
nuova o a migliorare la nostra scaletta.