Intervista a Daniele Faraotti: scoprendo la storia dietro a 'Grazia'

 

"Grazia" è un pezzo di storia familiare, una testimonianza dell'importanza delle radici e dei legami affettivi, che rimangono imprescindibili nonostante il passare del tempo e le inevitabili perdite. Daniele Faraotti ci invita ad ascoltare non solo con le orecchie, ma con il cuore, ricordandoci che, in fondo, la famiglia e i legami che ci costruiamo sono ciò che veramente conta.
 
Ecco la nostra intervista a Daniele Faraotti, dove approfondisce i temi e le ispirazioni dietro al nuovo singolo "Grazia"
 
Potresti delineare gli eventi chiave che hanno segnato il tuo percorso artistico?
Elemento principale di questo percorso è la musica stessa. In qualche misura tutti gli eventi hanno
segnato il mio percorso. Alcuni di questi, col senno di poi, forse eviterei di intraprenderli. Non ti dico nel dettaglio, il passato è passato. Un evento chiave è sicuramente la pubblicazione del primo album. Ha messo in chiaro gli intenti e mi ha fatto guardare alle cose più realisticamente. Aggiungerei anche l’aver trovato nella canzone la mia forma espressiva.
 
Qual è il nucleo emotivo o il messaggio centrale che desideri trasmettere attraverso il tuo nuovo singolo?
La musica è la musica, esprime se stessa. Il messaggio, il nucleo emotivo è quello che coglie ossia non coglie il fruitore. Grazia è una canzone scritta in ricordo di mia zia. Passata a miglior vita circa quattro anni fa. Una canzone con una lunga melodia che articola affetti e ricordi legati a mia zia appunto e a tutta la mia famiglia, ai luoghi, ai pranzi loculliani, al mare alle montagne. La canzone può essere un mondo. Questa fotografa un piccolo Amarcord, in una manciata d’anni e situazioni.
 
Come descriveresti il tuo nuovo singolo utilizzando solo due aggettivi?
Patetico, nostalgico.
 
Qual è la tua valutazione dell'attuale panorama musicale? Quali aspetti ritieni fondamentali da preservare e quali pensi che necessitino di una trasformazione?
Il panorama è vastissimo. Dipendi dove guardi/ascolti. Come ti dicevo in risposta alla prima domanda, ho trovato nella canzone la mia forma espressiva. Le canzoni sono ovunque, ci perseguitano, anzi parlo per me, mi perseguitano. Cantanti, cantautori, siamo un’eternità. Se penso di dover fare dei nomi, citerei artisti che hanno già un background consolidato con alle spalle anni di attività. L’elenco non lo farò. Mi pare che i gesti si ripetano all’infinito in una specie di teatrino di burattini. Non mi pare che giri una gran musica al momento, almeno, in abito pop non la sento. Ho i miei anni, insegno musica, chitarra per la precisione, vedo che i miei alunni impazziscono per cose di cui posso tranquillamente fare a meno.
Ma senza scomodare riflessioni anche un pò sterili, diciamo che la musica mi deve sorprendere. In giro al momento non sento cose in grado di sorprendermi.  Sono sicuro che ce ne siano, probabilmente musica senza diffusione, sperduta negli elenchi di Spotify.
 
In che modo gestisci il tuo rapporto con i social network? Ritieni che la visibilità che essi offrono sia prevalentemente vantaggiosa o dannosa per la musica oggi?
Domandone! Oggi le cose vanno così. È meglio fare una sponsorizzata ogni tanto? Boh!
Ci pastrocchio da un pò di anni, in passato ho trovato qualche concerto. Un Ufficio Stampa può fare la differenza? Forse. Mi capita di sentirmi anche un pò ridicolo mentre posto l’ennesima intervista linkata sulla foto della mia splendida Sofia, la mia gatta.
 
Quali sono i tuoi progetti futuri nel campo musicale?
Un paio di video tra maggio e giugno e poi l’album a settembre. Per ora è tutto.
Tags

buttons=(Accetta !) days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Ulteriori informazioni
Accept !