Il leader della band si chiama Marco Iecher ed è un avvocato e docente universitario dedito al cantautorato pop.
“Odio l’estate (anche io)” è il loro nuovo singolo disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 10 luglio 2024 e in rotazione radiofonica dal 26 luglio.
Ci raccontate le tappe più importanti del vostro percorso musicale?
Abbiamo iniziato a suonare nei garage ma ancora non siamo usciti da questa dimensione. Se con la musica non andasse bene, potremmo mettere su una redditizia attività di garagisti.
Quale messaggio volete comunicare con il vostro nuovo singolo?
Dopo tanti anni, sentivamo l’urgenza di colmare l’enorme vuoto lasciato dai Righeira, anche perché il nostro 45 giri del 1985 de “L’estate sta finendo” si è molto usurato e salta in alcuni punti. Era necessario quindi un nuovo brano sul tema e abbiamo ritenuto opportuno cimentarci nell’impresa applicando la nostra innata sensibilità di artisti decadenti (ma non decaduti).
Due aggettivi per descrivere il singolo.
Senza dubbio “apagogico” e “brachilogico”.
Cosa ne pensate della scena musicale attuale? Cosa salvereste e cosa cambiereste?
La scena musicale attuale è un po' come una pizza con l'ananas: a qualcuno piace, ma molti la trovano disgustosa. Salveremmo l'energia e la creatività degli artisti emergenti e cambieremmo la tendenza delle case discografiche a puntare solo su chi ha fatto un talent o è già famoso. Insomma, più spazio ai talenti nascosti e meno a chi ha il suo quarto d'ora di gloria su TikTok (“o tempora, o mores!”, diceva Cicerone, e la citazione ci pare sempre attuale).
Come vivete il rapporto con i Social Network. Pensate che la visibilità che offrono, al giorno d’oggi, questi mezzi di comunicazione sia più un bene o un male per la scena musicale?
I social offrono un minimo di visibilità, ma rischiano di trasformare tutto in una gara di popolarità invece che di qualità. Noi ci proviamo, ma fare gli influencer non rientra nelle nostre ambizioni: a questo punto, ci sarebbero lavori più interessanti, tra cui il garagista.
Quali saranno i vostri prossimi impegni?
Oltre a continuare a suonare e registrare, stiamo preparando altri singoli e un album, "Pars destruens". È il nostro modo per dire che prima di costruire qualcosa di nuovo bisogna abbattere il vecchio – metaforicamente parlando, non ce la prendiamo con gli edifici storici.