Con un percorso artistico che affonda le radici nella spontaneità e nella ricerca interiore, Lux si è fatta strada nel panorama musicale con una sensibilità unica. Dalla scoperta dell’ukulele durante la quarantena alla scrittura delle prime canzoni come forma di espressione, la sua musica è un viaggio attraverso emozioni sincere e intime.
Il suo nuovo singolo, Ariosto, rappresenta un ulteriore tassello di questa crescita, affrontando il tema della vulnerabilità nelle relazioni e della forza che si cela nell'essere autentici. Attraverso testi simbolici e atmosfere suggestive, Lux invita a riflettere sull’importanza di mostrarsi per ciò che si è, senza paura di mettere a nudo le proprie fragilità.
In questa intervista, ci racconta il suo percorso, la sua visione della musica e il rapporto con il mondo digitale, tra opportunità e insidie.
Ci racconti le tappe più importanti del tuo percorso musicale?
La mia musica è sempre stata una presenza costante nella mia vita. Fin da piccola, l’amore per la musica era nell’aria. Alle elementari facevo parte di un coro scolastico, e anche alle superiori continuavo a cantare, sempre con quella sensazione di trovarmi in un ambiente che mi dava serenità. Eppure, non ho mai studiato musica in modo formale, mi sono sempre lasciata guidare dalla passione e dall’istinto.
Nel 2020, durante la quarantena, è successo qualcosa di speciale: ho preso in mano l’ukulele, iniziando a imparare da autodidatta. Non è stato facile, ma quella piccola sfida mi ha aperto un mondo nuovo, e proprio lì ho scritto la mia prima canzone. Era un momento di riflessione, e sentivo il bisogno di esprimermi. La scrittura è diventata la mia terapia.
Nel 2022, un altro passo importante: ho iniziato a studiare canto con Rcvpceproduzione, che per me è diventata una seconda famiglia. Ogni settimana, mi sentivo sempre più immersa in un percorso che mi ha dato molta fiducia in me stessa. E lì, ho capito che scrivere canzoni non era solo una passione, ma una vera e propria inclinazione. Le parole uscivano spontaneamente, e mi sono resa conto che questa era una parte fondamentale del mio essere artista. Da quel momento ho sperimentato, esplorato suoni e emozioni, cercando di raccontare la mia storia.
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Nel mio nuovo singolo, voglio comunicare l’importanza di non avere paura di mostrare le proprie vulnerabilità. Spesso, siamo portati a pensare che la forza stia nell’essere sempre perfetti e invulnerabili, ma la realtà è che proprio nelle nostre fragilità si nasconde una grande forza. Prendiamo ad esempio la relazione descritta nella canzone: una storia che potrebbe sembrare furiosa, come quella di Ariosto, ma che in realtà, se affrontata con sincerità, potrebbe essere anche stabile e profonda.
Il punto è che nelle relazioni di oggi tendiamo a nascondere chi siamo veramente, a mostrarci solo una parte di noi, quella che crediamo più accettabile, più forte. Ma questa maschera finisce per creare distanza e, spesso, porta alla fine della relazione. Non mostrarsi vulnerabili, non condividere le proprie paure e fragilità, significa privare la relazione della possibilità di crescere, di evolvere. La vera connessione nasce quando siamo disposti ad essere autentici, a metterci a nudo, senza paura di essere giudicati. È lì che si trova la vera stabilità, quella che non teme la furia, ma che si nutre di sincerità e comprensione reciproca.
Due aggettivi per descrivere il singolo.
Simbolico e metaforico
Cosa ne pensi della scena musicale attuale? Cosa salveresti e cosa cambieresti?
Oggi la scena musicale è un mondo vastissimo e straordinariamente variegato, ed è davvero un dono poter esplorare così tanti suoni, generi e idee diverse. C’è un’energia incredibile, una spinta continua verso l’innovazione, e questo è qualcosa che apprezzo profondamente. Tuttavia, se devo essere sincera, credo che, in un certo senso, il panorama musicale sia diventato un po’ troppo affollato. Sempre più persone si avvicinano alla musica, e non c’è nulla di male in questo; la musica è per tutti. Però, a volte, mi sembra che molti lo facciano più per seguire una moda che per una reale passione o un desiderio di esprimersi in modo autentico. La musica sta diventando quasi una “tendenza” da inseguire piuttosto che un’arte da coltivare con cuore e anima.
Non voglio sembrare moralista, ma la musica ha un potere enorme. È uno strumento che può davvero toccare l’anima, farti riflettere, emozionare. E, purtroppo, vedo che in certi casi viene utilizzata in maniera un po’ superficiale, come se fosse un prodotto da consumare o, peggio, un mezzo per raggiungere la visibilità senza una vera sostanza. È bellissimo che tutti possano trovare la loro voce, ma a volte mi sembra che molti non si prendano il tempo di riflettere su cosa vogliono dire, e questo, secondo me, fa perdere una parte della magia che la musica dovrebbe portare con sé.
Quello che salverei è proprio questa possibilità per chiunque di poter esprimersi, ma quello che cambierei è l’approccio. Credo che la musica debba tornare a essere qualcosa di profondo, un linguaggio che nasce dal cuore e che parla direttamente all’anima degli altri. L’autenticità, il coraggio di mettersi a nudo, di raccontare qualcosa di vero, è quello che fa davvero la differenza. La musica può essere in ogni forma, ma quando diventa solo un prodotto, una formula, perde la sua vera essenza, quella che la rende unica e capace di cambiare le persone.
Come vivi il rapporto con i Social Network. Pensi che la visibilità che offrono, al giorno d’oggi, questi mezzi di comunicazione sia più un bene o un male per la scena musicale?
Il rapporto con i social network è sicuramente complesso. Da un lato, sono una risorsa incredibile per chi vuole farsi conoscere, per chi ha qualcosa da dire e desidera raggiungere il pubblico. La visibilità che offrono è un’opportunità che non esisteva nemmeno dieci anni fa, e per un’artista emergente come me, è essenziale per far arrivare la propria musica e il proprio messaggio. È un modo per connettersi con le persone, per costruire una comunità, per ricevere feedback immediati e crescere. Da questo punto di vista, i social sono un bene indiscutibile: democratizzano l’accesso alla visibilità e ti permettono di creare un legame diretto con chi ti segue.
Tuttavia, la questione si complica quando l’uso dei social diventa troppo focalizzato sull’apparenza, sull’immagine, sulla performance più che sull’autenticità. In un mondo in cui tutto è a portata di click, c’è una pressione enorme a essere sempre “presenti”, sempre “perfetti”, a mostrare una versione di sé che spesso non corrisponde alla realtà. Questo può portare a una superficialità che, purtroppo, si riflette anche nella musica. Quando l’obiettivo principale diventa più la visibilità che l’autenticità della propria proposta artistica, si rischia di perdere di vista la vera essenza della musica.
Il pericolo è che i social, pur offrendo tante opportunità, spingano gli artisti a conformarsi a certe logiche di marketing e trend, piuttosto che incoraggiarli a esplorare e sperimentare in libertà. È facile cadere nella trappola di pensare che ogni post, ogni video, ogni storia debba essere studiata, pensata, curata, e questo toglie spazio alla spontaneità che, secondo me, è fondamentale nella musica.
Detto questo, credo che se usati con consapevolezza, i social possano essere uno strumento potentissimo. Ma bisogna fare attenzione a non lasciarsi sopraffare dalla loro logica e mantenere il focus sulla sostanza, su ciò che si ha da dire veramente. Se si riesce a rimanere fedeli a se stessi, a usare i social per amplificare la propria voce senza perdere la propria autenticità, allora possono essere un grandissimo bene.
Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
Al momento, non ho piani definiti. Vivo davvero giorno per giorno, cercando di cogliere le opportunità che la vita mi offre, senza avere un’idea troppo rigida di cosa succederà domani. Mi piace seguire il flusso, concentrandomi su ciò che mi ispira in ogni momento. Continuerò a scrivere, a sperimentare, a lavorare su nuovi pezzi e a esibirmi quando se ne presenta l’occasione. L’importante per me è essere sincera con quello che faccio e lasciarmi guidare dalle emozioni, senza forzare troppo le cose. Mi fido del processo, un passo alla volta.