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Dalle prime sperimentazioni con tromba, chitarra e tastiere fino alla fondazione dei Dusk, ClaT ha costruito un’identità musicale capace di unire le radici del rock con un gusto moderno per la fusione dei generi. Il suo nuovo singolo, “Logic”, è un viaggio sonoro che gioca con atmosfere anni ’80 e ’90, tra suggestioni elettroniche e tensione emotiva, per raccontare una ricerca interiore fatta di ombre e consapevolezze.
In questa intervista rilasciata a Revista Web, ClaT si racconta con lucidità e passione, tra il desiderio di dare valore alla musica emergente e la necessità di reinventarsi in un panorama dove tutto cambia in fretta. Un dialogo sincero che mette al centro l’importanza della scena locale, del contatto diretto con il pubblico e di un rapporto autentico con i social, sempre più simile a un lavoro parallelo.
Ci racconti le tappe più importanti del tuo percorso musicale?
Fin da piccolo, grazie ai viaggi in macchina con i miei genitori, ho avuto la fortuna di ascoltare musica di grande qualità, e questa passione mi ha spinto presto a sperimentare con diversi strumenti, dalla tastiera alla chitarra, fino alla tromba. Crescendo, mi sono immerso nel mondo del rock, scoprendo il metal, il punk e il grunge grazie ai consigli di amici e compagni di classe. Questo percorso mi ha portato a voler creare qualcosa di mio e a fondare la mia prima band, i Dusk, con cui suono tutt’ora, il nostro terzo album “Frames” è stato pubblicato ad ottobre 2024.
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Il brano è di genere pop rock elettronico, con voluti richiami ad atmosfere anni ’80 e ’90 mescolate cercando di ottenere un effetto ipnotico, quasi come un mantra, sottolineando il tema della ricerca tra le proprie emozioni e dell'affrontare ombre e demoni interiori di cui sono disseminate le tracce nel testo. I brividi del titolo vogliono sottolineare la tensione del viaggio interiore.
Due aggettivi per descrivere il singolo.
Retrò e futuristico. Contemporaneamente!
Cosa ne pensi della scena musicale attuale? Cosa salveresti e cosa cambieresti?
Probabilmente anni fa bisognava convincere la casa discografica giusta di avere i numeri per promuoverti e puntare su di te, ora, chiunque può registrare senza filtri, anche in casa a poco prezzo, ma tra le migliaia di canzoni che escono ogni settimana online è davvero difficile catturare un’attenzione che non sia “usa e getta” da pochi secondi. Non so quale dei 2 periodi storici io preferisca, ma sicuramente bisogna puntare sulla scena locale della propria città e crearsi un piccolo seguito di gente veramente appassionata a pronta a sostenerti, solo così si può ambire a continuare a divertirsi facendo musica, il resto, se validi, credo venga da sè. Difficile tornare indietro, bisognerebbe trovare il modo però di dare nuovamente valore alla musica, convincendo il pubblico a sostenere un minimo economicamente gli artisti emergenti, semplicemente comprando il merch o i dischi pubblicati fisicamente.
Come vivi il rapporto con i Social Network. Pensi che la visibilità che offrono, al giorno d’oggi, questi mezzi di comunicazione sia più un bene o un male per la scena musicale?
Specie nei primi anni 2000 ero molto incuriosito da internet e dal nascente mondo dei social network, come utente li ho sempre apprezzati molto, ma ultimamente siamo in una situazione di stallo, da una decina d’anni sono praticamente sempre i soliti e bisogna cercare di creare sempre nuovi contenuti per invogliare i possibili spettatori a darti una chance ed ascoltare o guardare ciò che proponi. Per l’artista è diventato purtroppo come un secondo lavoro, personalmente preferisco sostenere gli altri musicisti alle serate come prima cosa, poi seguo chi mi colpisce di più e vado ad ascoltare le loro canzoni, mi piacerebbe fosse così anche nei miei confronti. La scena va sostenuta ed alimentata.
Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
Dopo la pubblicazione di "Logic" mi piacerebbe moltissimo riuscire ad organizzare un mini tour di presentazione del disco dal vivo.
