“Jazzy Beeches” è il nuovo ep di Francesco Faggi. Intervista all’artista


“Jazzy Beeches” è un ep di cover Jazz/RnB, rivisitate e riarrangiate da Francesco Faggi per trio: le performance vedono Francesco alla voce e al pianoforte, Gianbattista Di Genio alla batteria e Matteo Tiozzo al basso elettrico.
L’EP comprende 5 brani che fanno parte del repertorio di tre celebri  “pianisti cantanti”, i quali hanno dato un contributo inestimabile all’evoluzione della musica jazz.
Abbiamo intervistato per voi l'arista. Ecco cosa ci ha raccontato.

Come è avvenuto il tuo incontro con la musica?
La mia passione per la musica è nata quando ero bambino, i miei genitori mi portavano a lezione di pianoforte da una loro amica musicista. Un giorno, avevo 10 anni credo, in tv ho visto un concerto di Michael Jackson, ne sono rimasto folgorato: lì ho deciso che da grande avrei voluto fare musica.
Ho portato avanti lo studio del pianoforte fino alla laurea al conservatorio in Pianoforte Jazz. Parallelamente studiavo canto e altre discipline come la recitazione e la danza, che nel tempo mi hanno permesso di vivere esperienze meravigliose nel mondo del teatro/musical, anche all’estero (come ad esempio a New York, in Francia e in Arabia Saudita). 
In ogni caso, scrivere canzoni e fare il producer è la cosa che più mi fa sentire vivo.
Ho iniziato a scrivere canzoni durante le scuole medie, all’inizio scrivevo solo in inglese. A 16 anni è capitato che alcune persone mi facessero l’arrangiamento di un brano, però non mi era piaciuto per niente e non mi diedero neanche la possibilità di modificarlo, allora mi son detto: “basta studierò per farmi da solo gli arrangiamenti”. E ora eccoci qua!

Quale messaggio vuoi comunicare con questo disco?
“Jazzy Beeches” è un mio EP di cover Jazz/RnB, rivisitate e riarrangiate da me per trio. Le performance vedono me al pianoforte e voce e i miei compagni Matteo Tiozzo al basso elettrico e Gianbattista Di Genio alla batteria.
Si chiama “Jazzy Beeches” perché “beeches” in inglese significa “faggi” come il mio cognome.
Diversi anni fa avevo scelto di studiare questo genere con il fine di ampliare le mie conoscenze teorico musicali per poi applicarle nelle mie canzoni, allo stesso tempo sono diventato super fan della musica jazz, che mi ha insegnato davvero tante cose su come essere me stesso sia nell’arte che nella vita. Di conseguenza mi piaceva l’idea di pubblicare un Ep che fosse un tributo personale al jazz, come segno di gratitudine per ciò che mi ha trasmesso in questi anni. Per me questo Ep è una parentesi, che mi ha permesso di dare sfogo in modo diretto a una mia sfaccettatura che, nelle mie canzoni originali, si può solamente intuire o percepire.

Che atmosfera si respira in questo album?
Jazz in un locale in periferia, con luci soffuse e il tuo cocktail preferito.

Parlando sempre del nuovo lavoro discografico: c’è un brano a cui sei particolarmente affezionato e per quale motivo?
L’EP comprende 5 brani che fanno parte del repertorio di tre celebri  “pianisti cantanti”, i quali hanno dato un contributo inestimabile alla musica jazz. “Hallelujah, I love her so” e “Georgia on my mind” di Ray Charles, “L-O-V-E” e “Smile” di Nat King Cole, “Ain’t Misbehavin’” di Fats Waller. In particolare “L-O-V-E” è rivisitata in unione con “Giant Steps”, pietra miliare del sassofonista John Coltrane. 
Infine, l’EP si conclude tornando alle radici italiane, con “Resta…resta cu’mme”, una delle canzoni più celebri del grande Pino Daniele, in una versione intima pianoforte e voce.
Non sono particolarmente affezionato ad una traccia piuttosto che un’altra. Posso però dire che “Hallelujah I love her so” mi capita di riascoltarmela più spesso perché è proprio una delle mie canzoni preferite e i miei “mood” di vita soliti sono in sintonia con quel brano.

Un’ultimissima domanda: quali saranno i tuoi prossimi impegni?
Al momento sto preparando nuove canzoni, sia mie che di mia sorella Elena Faggi con la quale collaboro abitualmente.
Sinceramente non so se la musica jazz, discograficamente parlando, rimarrà per me solo una parentesi di questo momento o se magari pubblicherò altre cose in futuro di questo genere, non me lo sono ancora chiesto.
Per il resto seguirò il “flow” della vita e vediamo cosa accadrà. 
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